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Note su faraja.org

La costruzione di faraja.org ha seguito essenzialmente due criteri:

  • il rispetto dello standard stabilito dal W3C;
  • la portabilità del codice prodotto, ovvero la possibilità di essere visualizzato correttamente (cioè come desiderato da chi lo ha scritto) senza vincolo alcuno sullo strumento utilizzato per la visualizzazione (browser), né tanto meno sul sistema operativo scelto.

Lo standard che si è scelto di seguire ed implementare è XHTML 1.0 Strict, il cui netta è la separazione tra il contenuto e lo stile della presentazione (concetti certo non nuovi ed anzi cari a chi è legato al mondo di LaTeX). Purtroppo tale scelta non tiene conto di chi usa browser tanto o poco obsoleti, tuttavia essa è stata l'unica opzione compatibile con le forze in gioco ed il desiderio di ottenere un risultato comunque soddisfacente, tanto da punto di vista dell'efficacia quanto dell'estetica, in tempi ragionevolmente rapidi.

In verità, se uno standard fosse rispettato in quanto tale, non vi sarebbe bisogno se non di proccuparsi di sviluppare unicamente per i prodotti che vi aderiscono. Purtroppo, invece, non è difficile constatare come i browser fatichino a rispettare integralmente gli standard stabiliti dal W3C. Per questo, garantire la portabilità del codice html rischia di essere velleitario, certo assai difficoltoso (non basta, infatti, scrivere codice rispondente allo standard, si deve anche verificare che, quanto scritto, sia trattato secondo lo standard dai browser prescelti), soprattutto se si è alle prime armi (la dicitura Webmaster, presente al fondo di ciascuna pagina del sito, non tragga in inganno...).

Al momento la verifica e lo sviluppo sono stati condotti su due fra i browser più comuni:

  • Firefox, il browser della famiglia Mozilla, pronipote della famiglia Netscape;
  • Microsoft Internet Explorer versione 6.0 (mettere un link diretto a tale prodotto non potrebbe che offendere chi ha fatto ogni sforzo per convincere tutti che, nel mondo dei browser, esiste solo lui e nessun altro!).

Inutile sottolineare chi, fra i due, abbia il favore di chi ha curato il sito...

A tutto questo si aggiunga il desiderio di conoscere da vicino il codice html nella speranza di controllarlo un po' meglio. Il che ha escluso a priori la possibilità di impiegare sofisticati strumenti di sviluppo in grado di produrre automaticamente il codice.

La scelta è caduta su puri editor di testo (per quanto avanzati) quali:

Ovvero:

  • il celeberrimo e potentissimo Emacs, valido in qualunque piattaforma;
  • i più recenti Amaya, multi-piattaforma,
  • e Bluefish, solo per l'ambiente Linux.

Grazie anche all'aiuto di un "piccolo" ma utilissimo programma di nome Tidy, il risultato ottenuto risulta in tutto rispondente a quanto previsto dagli standard, come testimoniato dalle pagine puntate dai link seguenti: